32ma AMERICA’ CUP Trapani
29 settembre – 2 ottobre 2005
32ma America’s Cup, un evento imperdibile per gli amanti del mare. Tutto cominciò il 22 agosto 1851 quando, per festeggiare la prima esposizione universale di Londra, gli inglesi organizzarono una regata vicino l'isola di Wight ed al vincitore consegnarono una costosissima coppa, realizzata in argento, dal gioielliere della regina Garrard, chiamata Coppa delle Cento Ghinee (per intenderci una ghinea corrispondeva a circa 130 grammi d’oro…). Gli inglesi sfidarono allora il New York Yacht Club (uno dei più antichi e blasonati club di vela) che per l'occasione fece costruire una goletta chiamandola "America". La goletta “America” gareggiò contro 14 barche inglesi e vinse, entrando nella leggenda.
Dopo la partecipazione di Azzurra nel 1983, con Cino Ricci e Mauro Pelaschier, il Moro di Venezia guidato da Paul Cayard nel 1992 vinse la Louis Vuitton Cup (in pratica ha sostituito la Coppa delle Cento Ghinee) ma non ce la fece a superare il team America 3. Stessa sorte toccò nel 2000 a Luna Rossa di De Angelis, battuti dal team New Zealand che si portò a casa l’America’s Cup.
Nel 2007 a Valencia si sfideranno 11 squadre (di cui 3 italiane, Luna Rossa, Mascalzone Latino e +39) ed il vincitore si batterà con Alinghi (barca svizzera di proprietà dell’italiano Bertarelli).
Noi siciliani giocavamo in casa e siamo riusciti ad organizzare l’evento così il sogno è diventato realtà: e che realtà!
Diario di bordo
Giovedì, 29 settembre
Ci imbarchiamo al tramonto da Palermo e dopo aver caricato la ricca ed abbondante cambusa (decisa e ottimizzata via email nei giorni precedenti) finalmente si parte. L’equipaggio è composto da Antonio e Salvo (skipper ed aiutante), Claudia, Angela il marito Gaetano e la figlia Giulia (anche loro per la prima volta in barca a vela) ed Ugo (amante della vela e velista per caso…). A Trapani si imbarcheranno Chiara ed il marito Giuseppe, anche loro alla prima esperienza velica.
Il mare è splendido ed il cielo stellato ci accompagna illuminando la nostra rotta. Man mano che ci avviciniamo a Trapani si vede il tempo mutare e cominciamo a sentire il maestrale che soffia. Alle 4,30 del mattino superiamo San Vito lo Capo ed il mare ingrossa fino a forza 5, forse di più. Siamo costretti a prendere le onde al traverso per puntare su Trapani e si comincia a ballare. Alcuni di noi accusano il mal di mare, ma la voglia di Coppa America comincia a farsi sentire e così soffrono in silenzio aiutati da Angela ed Ugo, unici risparmiati dal mal di mare.
Ci aiuta anche lo spettacolo della costa della Sicilia occidentale, prima con il cielo stellato, e poi l’alba e la visione della riserva dello Zingaro, le luci di San Vito, Monte Cofano, la nebbia di Erice ed infine il porto di Trapani. Alle 8,00 puntiamo direttamente sul porto ed entriamo a 9 nodi planando con le onde in poppa. Troviamo posto in ‘settima’ fila: segno che la manifestazione sta attirando gente da tutto il mondo.
Venerdì, 30 settembre
Per riposarci dopo la dura nottata, visitiamo la città di Trapani, tirata a lucido per l’occasione. Nel centro storico sventolano le bandiere tricolore, simbolo dell’orgoglio dei Trapanesi d’essere italiani. I pescatori sistemano i palanchi e riparano le reti, i panfili sono ormeggiati nella banchina, insieme alla Palinuro, che riceverà il cambio dall’Amerigo Vespucci. L’organizzazione è perfetta, tutto il porto è stato transennato e si accede da una scalinata montata per l’occasione, ai cui lati sono installate tribune per il pubblico: la ressa è quella che si incontra negli stadi di calcio in occasione dei grandi incontri!
La Louis Vuitton e l’America’s Cup sono in bella mostra, sorvegliate a vista da guardie giurate e sottoposte ad un continuo pellegrinaggio di visitatori e fotografi di ogni parte del mondo.
Un maxi schermo è stato allestito all’interno di un tendone con posti a sedere in poltroncine, zona bar ed angolo relax. A completare il tutto, luci soffuse e musica di sottofondo.
Abbiamo anche visitato le velerie delle barche: ogni sera, dopo le regate, le barche vengono tirate fuori dall’acqua per essere lucidate a nuovo e le vele vengono minuziosamente controllate per rimetterle a posto.
Rigoroso pranzo in barca, con prodotti tipici siciliani: pasta con fiori di zucca e salsiccia, caponata, pomodori secchi, olive, carciofini, pane a legna, vino e per finire cassatelle di Castellammare del Golfo.
A cena tutti in pizzeria, tra battute, risate e piedi dolenti, considerato che l’intera giornata l’avevamo trascorsa a Trapani a causa del maestrale.
Conclusione della serata con musica latino-americana dal vivo, sullo sfondo del mare.
Sabato, 1 ottobre
Interamente trascorso in mare: una giornata indimenticabile.
Assistiamo all’uscita dal porto delle barche da regata: sembra che si preparino ad un duello tra barche di altri tempi. Escono con il Gran Pavese esposto (tutte le bandiere al vento) tra un tripudio di applausi e cori di incitamento. Per le barche italiane si assiste ad un vero e proprio invito al trionfo, come se a Favignana o Marettimo li aspettassero i velieri nemici per un duello all’ultimo sangue.
Immersi in questa atmosfera usciamo poco dopo e ci avviciniamo al campo “Romeo” (a Nord di Trapani) per vedere le barche regalare. Riusciamo ad arrivare alla boa di bolina (sotto Levanzo) e ci godiamo lo spettacolo delle virate ed issate di spinnaker. Il mare ingrossa ancora una volta e decidiamo di spostarci verso Favignana, dove contiamo di pernottare.
Avvicinandoci all’isola ci troviamo invece dietro la linea di partenza dell’altro campo di regata, “Juliet”. È uno spettacolo mozzafiato: siamo usati come boe dalle barche di regata che si ‘riscaldano’ prima di entrare nel campo di regata.
Claudia si era sentita leggermente male, ma la vista delle barche così vicine le fa passare tutto. In barca non si ragiona più: si pensa solo a salutare gli equipaggi e a sbalordirsi per la bellezza della vista che si presenta ai nostri occhi. Cominciano le regate anche in questo campo e, visto il rinforzare del mare, scegliamo di andare a riparare a Favignana.
Ci aspetta però una sorpresa: non c’è posto! Su due piedi si decide di tornare a Trapani e con Ugo al timone si comincia la circumnavigazione del campo di regata. Il mare arriva a forza 5 nuovamente ed il maestrale ci costringe a prendere le onde al traverso con l’aggravante che le isole interferiscono con il moto ondoso creando un fastidioso mare incrociato. Sarà l’effetto delle regate viste poco prima ma stavolta nessuno soffre il mal di mare.
Entriamo in porto dopo avere avuto dietro di noi per qualche miglio sia Luna Rossa che Mascalzone Latino. Non potevamo chiedere di più a questa splendida giornata: che spettacolo!
Domenica, 2 ottobre
Ieri sera non c’era posto neppure in settima fila e così abbiamo ormeggiato al molo-vip, tra mega e lussuose barche. Siamo proprio di fronte ai moli dove attraccano le barche da regata. Si preparano per uscire e dopo l’ormai consueto tifo da stadio (non mancano le bombolette di segnalazione…) via alla regata della nostra barca a vela “Era ora”.
Sconfiniamo inavvertitamente nel campo di regata ufficiale (il moto ondoso impediva la visione delle boe di segnalazione) e la security, guardia di finanza e carabinieri, ci invita gentilmente a chiudere le vele e uscire dal campo.
Nel pomeriggio rientriamo a vela nel porto di Trapani e dopo l’ultimo pranzo con, dolcis in fundo, pasta con sarde infornata con mollica atturrata (tostata con le mandorle tritate) e torta, brindiamo insieme allo skipper con un ottimo spumante italiano.
Il suddetto diario di bordo è stato documentato da foto che inseriremo nel nostro calendario 2006.
Faventibus Ventis!
32ma America’s Cup, un evento imperdibile per gli amanti del mare. Tutto cominciò il 22 agosto 1851 quando, per festeggiare la prima esposizione universale di Londra, gli inglesi organizzarono una regata vicino l'isola di Wight ed al vincitore consegnarono una costosissima coppa, realizzata in argento, dal gioielliere della regina Garrard, chiamata Coppa delle Cento Ghinee (per intenderci una ghinea corrispondeva a circa 130 grammi d’oro…). Gli inglesi sfidarono allora il New York Yacht Club (uno dei più antichi e blasonati club di vela) che per l'occasione fece costruire una goletta chiamandola "America". La goletta “America” gareggiò contro 14 barche inglesi e vinse, entrando nella leggenda.
Dopo la partecipazione di Azzurra nel 1983, con Cino Ricci e Mauro Pelaschier, il Moro di Venezia guidato da Paul Cayard nel 1992 vinse la Louis Vuitton Cup (in pratica ha sostituito la Coppa delle Cento Ghinee) ma non ce la fece a superare il team America 3. Stessa sorte toccò nel 2000 a Luna Rossa di De Angelis, battuti dal team New Zealand che si portò a casa l’America’s Cup.
Nel 2007 a Valencia si sfideranno 11 squadre (di cui 3 italiane, Luna Rossa, Mascalzone Latino e +39) ed il vincitore si batterà con Alinghi (barca svizzera di proprietà dell’italiano Bertarelli).
Noi siciliani giocavamo in casa e siamo riusciti ad organizzare l’evento così il sogno è diventato realtà: e che realtà!
Diario di bordo
Giovedì, 29 settembre
Ci imbarchiamo al tramonto da Palermo e dopo aver caricato la ricca ed abbondante cambusa (decisa e ottimizzata via email nei giorni precedenti) finalmente si parte. L’equipaggio è composto da Antonio e Salvo (skipper ed aiutante), Claudia, Angela il marito Gaetano e la figlia Giulia (anche loro per la prima volta in barca a vela) ed Ugo (amante della vela e velista per caso…). A Trapani si imbarcheranno Chiara ed il marito Giuseppe, anche loro alla prima esperienza velica.
Il mare è splendido ed il cielo stellato ci accompagna illuminando la nostra rotta. Man mano che ci avviciniamo a Trapani si vede il tempo mutare e cominciamo a sentire il maestrale che soffia. Alle 4,30 del mattino superiamo San Vito lo Capo ed il mare ingrossa fino a forza 5, forse di più. Siamo costretti a prendere le onde al traverso per puntare su Trapani e si comincia a ballare. Alcuni di noi accusano il mal di mare, ma la voglia di Coppa America comincia a farsi sentire e così soffrono in silenzio aiutati da Angela ed Ugo, unici risparmiati dal mal di mare.
Ci aiuta anche lo spettacolo della costa della Sicilia occidentale, prima con il cielo stellato, e poi l’alba e la visione della riserva dello Zingaro, le luci di San Vito, Monte Cofano, la nebbia di Erice ed infine il porto di Trapani. Alle 8,00 puntiamo direttamente sul porto ed entriamo a 9 nodi planando con le onde in poppa. Troviamo posto in ‘settima’ fila: segno che la manifestazione sta attirando gente da tutto il mondo.
Venerdì, 30 settembre
Per riposarci dopo la dura nottata, visitiamo la città di Trapani, tirata a lucido per l’occasione. Nel centro storico sventolano le bandiere tricolore, simbolo dell’orgoglio dei Trapanesi d’essere italiani. I pescatori sistemano i palanchi e riparano le reti, i panfili sono ormeggiati nella banchina, insieme alla Palinuro, che riceverà il cambio dall’Amerigo Vespucci. L’organizzazione è perfetta, tutto il porto è stato transennato e si accede da una scalinata montata per l’occasione, ai cui lati sono installate tribune per il pubblico: la ressa è quella che si incontra negli stadi di calcio in occasione dei grandi incontri!
La Louis Vuitton e l’America’s Cup sono in bella mostra, sorvegliate a vista da guardie giurate e sottoposte ad un continuo pellegrinaggio di visitatori e fotografi di ogni parte del mondo.
Un maxi schermo è stato allestito all’interno di un tendone con posti a sedere in poltroncine, zona bar ed angolo relax. A completare il tutto, luci soffuse e musica di sottofondo.
Abbiamo anche visitato le velerie delle barche: ogni sera, dopo le regate, le barche vengono tirate fuori dall’acqua per essere lucidate a nuovo e le vele vengono minuziosamente controllate per rimetterle a posto.
Rigoroso pranzo in barca, con prodotti tipici siciliani: pasta con fiori di zucca e salsiccia, caponata, pomodori secchi, olive, carciofini, pane a legna, vino e per finire cassatelle di Castellammare del Golfo.
A cena tutti in pizzeria, tra battute, risate e piedi dolenti, considerato che l’intera giornata l’avevamo trascorsa a Trapani a causa del maestrale.
Conclusione della serata con musica latino-americana dal vivo, sullo sfondo del mare.
Sabato, 1 ottobre
Interamente trascorso in mare: una giornata indimenticabile.
Assistiamo all’uscita dal porto delle barche da regata: sembra che si preparino ad un duello tra barche di altri tempi. Escono con il Gran Pavese esposto (tutte le bandiere al vento) tra un tripudio di applausi e cori di incitamento. Per le barche italiane si assiste ad un vero e proprio invito al trionfo, come se a Favignana o Marettimo li aspettassero i velieri nemici per un duello all’ultimo sangue.
Immersi in questa atmosfera usciamo poco dopo e ci avviciniamo al campo “Romeo” (a Nord di Trapani) per vedere le barche regalare. Riusciamo ad arrivare alla boa di bolina (sotto Levanzo) e ci godiamo lo spettacolo delle virate ed issate di spinnaker. Il mare ingrossa ancora una volta e decidiamo di spostarci verso Favignana, dove contiamo di pernottare.
Avvicinandoci all’isola ci troviamo invece dietro la linea di partenza dell’altro campo di regata, “Juliet”. È uno spettacolo mozzafiato: siamo usati come boe dalle barche di regata che si ‘riscaldano’ prima di entrare nel campo di regata.
Claudia si era sentita leggermente male, ma la vista delle barche così vicine le fa passare tutto. In barca non si ragiona più: si pensa solo a salutare gli equipaggi e a sbalordirsi per la bellezza della vista che si presenta ai nostri occhi. Cominciano le regate anche in questo campo e, visto il rinforzare del mare, scegliamo di andare a riparare a Favignana.
Ci aspetta però una sorpresa: non c’è posto! Su due piedi si decide di tornare a Trapani e con Ugo al timone si comincia la circumnavigazione del campo di regata. Il mare arriva a forza 5 nuovamente ed il maestrale ci costringe a prendere le onde al traverso con l’aggravante che le isole interferiscono con il moto ondoso creando un fastidioso mare incrociato. Sarà l’effetto delle regate viste poco prima ma stavolta nessuno soffre il mal di mare.
Entriamo in porto dopo avere avuto dietro di noi per qualche miglio sia Luna Rossa che Mascalzone Latino. Non potevamo chiedere di più a questa splendida giornata: che spettacolo!
Domenica, 2 ottobre
Ieri sera non c’era posto neppure in settima fila e così abbiamo ormeggiato al molo-vip, tra mega e lussuose barche. Siamo proprio di fronte ai moli dove attraccano le barche da regata. Si preparano per uscire e dopo l’ormai consueto tifo da stadio (non mancano le bombolette di segnalazione…) via alla regata della nostra barca a vela “Era ora”.
Sconfiniamo inavvertitamente nel campo di regata ufficiale (il moto ondoso impediva la visione delle boe di segnalazione) e la security, guardia di finanza e carabinieri, ci invita gentilmente a chiudere le vele e uscire dal campo.
Nel pomeriggio rientriamo a vela nel porto di Trapani e dopo l’ultimo pranzo con, dolcis in fundo, pasta con sarde infornata con mollica atturrata (tostata con le mandorle tritate) e torta, brindiamo insieme allo skipper con un ottimo spumante italiano.
Il suddetto diario di bordo è stato documentato da foto che inseriremo nel nostro calendario 2006.
Faventibus Ventis!